Cadore: Nuova Montagna!!!!
|Nessuno, sinora, dopo aver scritto, tenuto convegni, programmi radiofonici e
televisivi sull’ambiente e sui carnivori predatori, ha pensato che alla fine
la presenza degli orsi, dei cinghiali e dei lupi non sia la maledizione che si
dice per i lavoratori- allevatori compresi- delle Dolomiti? La domanda forse,
provocatoria, nasce da un presupposto: il turismo di massa sta cambiando
completamente l’approccio delle persone alla montagna. Non passa giorno
che non ci ritroviamo a raccontare di turisti che si avventurano su sentieri per
un pugno di selfie senza nemmeno sapere che di fronte a loro li aspetterà una
salita di qualche bella ora, elicotteri dei soccorsi che devono intervenire per
escursionisti con i crampi, usciti senza acqua, bloccati su delle ferrate perché
scoprono di soffrire di vertigini, gruppi che affrontano delle notturne con la
luce dello smartphone . L’addetta stampa del Soccorso alpino può
testimoniarlo.mE sono sempre più numerosi gli incidenti proprio con gli
animali da pascolo. Famiglie inseguite da vacche imbizzarrite (perché magari
il cane della compagnia è stato lasciato ”libero” di spaventarle), turisti
incornati, visitatori che nel prato di pascolo si piazzano a fare pic-
nic stupendosi che poi vacche, pecore e orsi si avvicinino incuriositi dalla strana
presenza, dai profumi del cibo, per non parlare di chi si ritrova senza più liquidi
nella borraccia e decide di mungere le bestie al pascolo, come in un cartone
animato, pensando di fare il pieno di latte (ritrovandosi quasi certamente con il
pieno di dissenteria per i giorni a venire). O ancora biker che sulle loro e-bike
sperano che a cedere il passo sul sentiero siano gli animali e si ritrovano, dopo
aver suonato il campanello, scaraventati nel dirupo.
Cosa vogliamo dire? Che nelle zone più ricche, frequentate e popolate dai turisti
non è più il tempo del pascolo allo stato brado. Non lo è perché ci sono i grandi
carnivori che potrebbero colpire uccidendo qualche capo per la propria
sopravvivenza (secondo il più naturale dei comportamenti animali). Non lo è
perché ci sono i turisti che prima si arrabbiano, qualche volta si fanno male e
spesso denunciano. La montagna antropizzata l’abbiamo voluta tutti per ragioni
economiche. Le panchine giganti, le sculture giganti, le piste per far scivolare
ciambelloni giganti, ponti tibetani e shake line attirano, giocoforza un certo
tipo di turisti più interessati a questi gigantismi che alla montagna e alla
natura che la compone. Gli impianti giganti, i parcheggi giganti, le strade
giganti che portano in quota giganti frotte di persone rendono il tutto più
facile e vanno nella direzione di facilitare tutto a tutti. Ma esattamente come
accade sempre di più per certe località montane, a Jesolo, Caorle e Lignano, ci
si va per i servizi, per la sabbia, perché è comodo per i bambini, perché si
trova sempre posto grazie all’amplissima offerta. Il mare è un elemento
secondario (non si sente spesso ”vado a Caorle per il mare”) tant’è vero che non
c’è praticamente albergo che non abbia una bella piscina sostitutiva. E allora
come un luogo di mare non è più frequentato perché c’è il mare ma per i servizi
che offre, così accade sempre di più per la montagn dove si va perchè ci sono il
Pelmo e le Tre Cime. In certi posti ci si va perché c’è qualcosa in più, di diverso,
che con la natura non c’entra niente. Servizi, giochi, divertimenti e ultimamente sul
litorale, per il Presepio di sabbia.
Tutto deve essere uniformato, standardizzato, messo in sicurezza, reso
asettico. Gli animali, anche quelli da pascolo, anche quelli addomesticati,
restano sempre animali. Il rischio zero non c’è mai soprattutto se dall’altra
parte c’è chi mette in campo comportamenti non appropriati nei loro
confronti. Dal cane da pastore alla vacca, allo jack himalayano, magari
con vitello al seguito, per non parlare dell’asino o le capre gli incidenti sono
all’ordine del giorno.
E allora vuoi vedere che il lavoro che gli allevatori più accorti stanno
mettendo in campo per difendersi da orsi e lupi (recinti elettrificati, magari a
base fissa, difesa attiva con presenza costante del pastore, cani da
guardiania) servirà a ”difendersi” sia dagli attacchi dei grandi carnivori che dalle
denunce (e dalla stupidità) di certi turisti. Perché il mondo cambia. O meglio, lo
cambiamo sempre noi. E così accade anche per la montagna, dove le tradizioni
anche natalizie non servono e al loro posto s’installa una Jacuzzi, com’è successo
recentemente. E allora ecco la convivenza da ricercare non è più solo quella con i
grandi carnivori ma soprattutto quella con gli altri esseri umani e con le loro
pretese.
Gli impianti giganti, i parcheggi giganti, le strade giganti che portano in
quota frotte di persone rendono il tutto più facile e vanno nella direzione di
facilitare tutto a tutti. Ma esattamente come accade sempre di più per certe località
montane; aJesolo, Caorle e Lignano, ci si va per i servizi, per la sabbia,
perché è comodo per i bambini, perché si trova sempre posto grazie
all’amplissima offerta. Il mare è secondario (non si sente spesso dire ”vado a
Jesolo per il mare”) tant’è vero che non c’è praticamente albergo che non abbia
una bella piscina sostitutiva. E allora come un luogo di mare non è più frequentato
perché c’è il mare ma per il resto che offre così accade sempre di più per
la montagna. In certi posti ci si va perché c’è qualcosa in più, di diverso, che con la
natura non c’entra niente. Servizi, giochi, divertimenti. Gli animali, anche quelli
da pascolo, anche quelli addomesticati, restano sempre animali. Il rischio
zero non c’è mai soprattutto se dall’altra parte c’è chi mette in campo
comportamenti non appropriati nei loro confronti. Dal cane da pastore alla
vacca, magari con vitello al seguito, per non parlare dell’asino o le capre gli
incidenti sono all’ordine del giorno. E allora ecco la convivenza da ricercare non è
più solo quella con i grandi carnivori ma soprattutto quella con gli altri esseri umani.
Vittore Doro